15 novembre 2017 – Ore 21.00 UDINE, Teatro Nuovo Giovanni da Udine
Pankow Leningrad Togliattigrad, la Cortina di Ferro, il Muro, e poi ancora la Jugoslavia, la Cecoslovacchia… Nomi astratti, remoti come ricordi di scuola. Il Patto di Varsavia, la DDR, l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche… cosa è rimasto nell'immaginario collettivo di quei mondi? Di quell'idea che ha fatto della liberazione dell'uomo dall'uomo uno dei suoi credo fondanti? “I Soviet + l'Elettricità” è uno spettacolo ideato e diretto da Massimo Zamboni – storico chitarrista e compositore di CCCP e CSI – dedicato al centenario della rivoluzione bolscevica del novembre 1917. Un comizio musicale che, attingendo al linguaggio, alle parole d'ordine e ai simboli del socialismo reale, evoca il mito infranto della rivoluzione: della rivolta degli oppressi, del potere agli operai e ai contadini, della società senza classi e senza sfruttamento dell'uomo sull'uomo. L'appuntamento è in programma il prossimo 15 novembre al Teatro Nuovo Giovanni da Udine. I biglietti per lo spettacolo, organizzato da Zenit srl, in collaborazione con il Comune di Udine e il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, saranno in vendita a partire dalle 10.00 di sabato 16 settembre sul circuito Ticketone. Info, prezzi e punti vendita su www.azalea.it .
Nel secolo odierno quelle passioni accese dalla Rivoluzione d'Ottobre sono incagliate nei libri di storia, e forse l'unico modo sensato di riparlare oggi di CCCP, di ricordare la presa del Palazzo d'Inverno, è tornare a dar vita alle parole di allora, scontrandole con quelle dell'oggi, elaborandole in un testo drammaturgico moderno che non teme l'enfasi, l'utopia, ma nemmeno la disperazione. In “I Societ + l'Elettricità” sul palco dominano gli elementi classici dell'iconografia sovietica: il podio e le tribune d'onore. Strutture per cerimonie politiche, solenni e oppressive allo stesso tempo, dove i cantanti diventano oratori, i musicisti membri di un Partito, il gruppo musicale Apparato. Alle proiezioni filmate il compito di segnalare il momento storico e le sue possibili interpretazioni, al performer il ruolo di assumere i contrasti su di sé, lasciandoli esplodere. La struttura musicale, tratta in massima parte dal repertorio di CCCP-Fedeli alla Linea, cavalca la linea larghissima che congiunge la celebrazione allo sgomento, la scenografia ufficiale alla fragilità del singolo. Canzoni che scivolano le une nelle altre mescolandosi alla parola recitata, agli slogan, alle sonorizzazioni, alle performance, alle proiezioni. Nessun concerto rock ma una azione teatrale-musicale per una drammaturgia complessa e articolata, costituita in pieni e vuoti. Sarà tutto il ‘900 a trascorrere sul palco, attraverso la rievocazione, l'alternanza dei momenti più dolorosi (lo stalinismo, le dittature, la guerra in Afghanistan, nei Balcani) e più alti e solenni, a costituire una celebrazione dedicata all'ambizione che anima le vite degli uomini: quella di sentirsi uguali e padroni del proprio destino.
Sul palco assieme a Massimo Zamboni (voce e chitarra), ci saranno Angela Baraldi, Max Collini (voci), Danilo Fatur (performance), Simone Filippi (ritmiche), Simone Beneventi (timpani, vibrafono, ritmiche), Cristiano Roversi (tastiera, basso, programmazioni), Erik Montanari (chitarra). I visual sono curati da Carlo Cerri e Piergiorgio Casotti.
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